LUNGA VITA AL DOPPIOPETTO

Protagonista illustre nel guardaroba dell’homo elegans, il doppiopetto rivive oggi in tutto il suo splendore. Sebbene false credenze ne considerino l’uso assai solenne e limitato a determinate occasioni, questa foggia di giacca è invero da collocare ad un grado di formalità lievemente inferiore rispetto alla soluzione ad un unico petto. Le sue origini vanno infatti ricercate nel mondo militare.

Molto in voga nel passato, questo capo ha subito l’influenza di una modernità sempre più standardizzata e dozzinale che sin ad oggi l’ha relegato nelle mire di pochi eletti. Il rinnovato interesse per il doppiopetto è da registrarsi in tempi assai recenti. Solo da qualche anno a questa parte abbiamo avuto il piacere di assistere ad una rinascita del buongusto, grazie soprattutto alla passione giovanile che fonde l’eleganza classica con una nuova ondata di freschezza. Il doppiopetto è caratterizzato da ampi revers a lancia, entrambi provvisti di asola, ed ovviamente dal suo peculiare tipo di bottoniera.

Sebbene sia possibile trovarne diverse varianti, il modello più ricorrente è il 6 a 2, con 6 bottoni dei quali solo 2 funzionali all’uso. Per quanto riguarda il materiale di questi ultimi la scelta è dettata, come sempre, dal contesto sociale nel quale si intenderà esibire il capo. I bottoni in metallo adorneranno senz’altro una giacca più sportiva, conferendole il “titolo marziale” di blazer; in questo caso è bene ricordare che il metallo bianco, più consono alla sera, conferisce maggiore formalità rispetto a quello giallo, classico del giorno. A prescindere dalla corporatura dell’uomo che lo indossa, un doppiopetto di buona fattura sartoriale può valorizzare la figura e regalare grandi soddisfazioni tanto al suo proprietario quanto all’occhio curioso del passante. Una maestosa rievocazione di un passato da onorare e riproporre con orgoglio in ogni occasione possibile.

Doppiopetto sartoriale Massimiliano Capobianco